Nelle donne un terzo di questo rischio è attribuibile a fattori socio-demografici, come la mancanza di istruzione e il basso reddito. Per gli uomini i fattori determinanti includono l’ambiente in cui scarseggiano i posti di lavoro, la mancanza di sostegno sul posto di lavoro o nella vita privata, e il bere “pesante”.
E’ noto che vivere da soli può aumentare il rischio di problemi di salute mentale negli anziani e nei genitori single, ma poco si sa circa gli effetti del vivere da soli sulle persone in età lavorativa. I ricercatori finlandesi hanno monitorato 3500 uomini e donne in età lavorativa per un periodo di sette anni e hanno confrontato la loro situazione di vita con i fattori di rischio psicosociali, socio-demografici, e di salute, tra cui fumo, alcolismo, bassa attività fisica, uso di antidepressivi.
Secondo Laura Pulkki-Råback, che ha condotto la ricerca, questo studio dimostra che le persone che vivono sole hanno un rischio maggiore di andare incontro a depressione: complessivamente non sono state registrate differenze di genere nel rischio di sviluppare depressione, ma le condizioni abitative disagiate (soprattutto per le donne) e la mancanza di sostegno sociale (in particolare per gli uomini) si sono dimostrati i fattori che principalmente contribuiscono a questo aumento del rischio.
Inoltre questo studio identifica chiaramente alcuni dei fattori che aumentano il rischio di depressione per le persone che vivono da sole, ma più della metà di questo aumento del rischio è ancora inspiegabile: ricercatori suggeriscono che questo potrebbe essere dovuto a sentimenti di alienazione dalla società, a mancanza di fiducia, o a difficoltà derivanti da eventi di vita critici.
di Serena Mancioppi
Fonte: State of Mind